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LUISELLA DELL'ACQUA
Il SEgno

COMUNICATO STAMPA

 Mostra itinerante “Il SEgno'

Si apre il 28 Maggio - presso il Museo della Stampa Centro Studi Stampatori Ebrei di Soncino - una interessante esposizione artistica con una sessantina di opere di Luisella Dell'Acqua, che sarà possibile visitare fino al 19 giugno 2022.

 La mostra itinerante “Il SEgno. Opere di Luisella Dell'Acqua', curata da Claudia Corti, Angelo  Piazzoli e Tarcisio Tironi era stata esposta dal 22 maggio al 13 giugno 2021 presso il MACS - Museo d'Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia, in collaborazione con Fondazione Credito Bergamasco.

Fondazione Creberg da oltre dieci anni ha ideato e realizzato un articolato progetto culturale che ha come obiettivo la sensibilizzazione del pubblico, attraverso esposizioni artistiche itineranti che approfondiscono tematiche profonde riguardanti la persona umana e l'ambiente circostantecollaborando con artisti contemporanei ai quali offre opportunità espositive in una logica di integrazione e valorizzazione a fini culturali.

Come aveva spiegato Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Creberg, nelle suggestive incisioni di Luisella Dell'Acqua troviamo un profondo percorso umano, artistico, spirituale che ' partendo dall'analisi del sé ' vede nel “segno' non un limite o un confine, ma un'apertura. Esso rappresenta infatti il punto di partenza di un itinerario, suddiviso in sezioni, che apre all'Altro (l'Uomo, con la sua Identità e con il richiamo al valore della Memoria), alla spiritualità (la Croce), al Mondo e ai Luoghi (le Mappe), alla Natura (il Leone), all'Operare (il Libro d'Artista), in una sorta di moderna declinazione dell'“Ora et labora'. Il “segno' diviene dunque “SEgno', riflessione sul sé ' che si manifesta e si apre all'alterità ' immediatamente percepibile attraverso il linguaggio universale dell'arte."

 Luisella Dell'Acqua è artista milanese, formatasi presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano; ha sperimentato le tecniche incisorie presso gli Ateliers della Bottega del Tintoretto di Venezia, della Fondazione Federica Galli e dello stampatore varesino Roberto Giudici, frequentando i corsi della Fondazione Il Bisonte di Firenze (Centro Internazionale per lo Studio dell'Arte Grafica) e approfondendo la tecnica Hayter con Hector Saunier.

La mostra si compone di una sessantina di opere, realizzate dall'artista tra il 2013          e il 2020, tutte con la tecnica dell'incisione, tanto antica e importante quanto poco conosciuta, come spiega Claudia Corti, storica dell'arte: “Tra il momento in cui si accende la scintilla dell'ideazione e l'istante in cui la lastra emerge dai rulli del torchio, passa del tempo, a volte giorni, se non intere settimane; è un tempo lunghissimo in cui l'artista ha un rapporto fisico con la lastra, paragonabile forse solo a quello tra lo scultore e la materia plastica: la scalfisce, la graffia, la “morde' con l'acido, la carezza con l'inchiostro... È proprio questo aspetto che troppo spesso sfugge al pubblico, abituato a concepire come opera d'arte il solo prodotto finale, tela o scultura che sia, su cui l'artista ha lasciato il suo segno in maniera diretta e concreta; si fa fatica a comprendere come, nell'universo dell'incisione, il momento creativo non risiede  nella stampa finale, bensì nella preparazione della matrice che viene scavata in più tempi, nessuno dei quali uguale al precedente; sì, perché ad ogni graffio sulla matrice corrisponde un graffio alla propria coscienza di artista.'

 Conclude Giuseppe Cavalli, Responsabile del Museo della Stampa: “Molto spesso ci si dimentica che le incisioni sono la prima forma di arte dell'uomo: basti pensare alle incisioni rupestri che possiamo ammirare vicino a noi, in Val Camonica.
Dopo averla riscoperta nel Rinascimento, molti tra i più grandi artisti si sono cimentati nell'incisione nelle sue varie forme, i “Maestri' della fine del 1400 come Dürer, Correggio, Parmigianino e anche Botticelli si dedicò all'incisione, gliene furono infatti commissionate una trentina per illustrare la  Divina Commedia; nel 1600 Rembrandt e Van Dyck il Canaletto alla fine del 1600.
Nella Parigi degli anni '30 nascono gli “esperimenti' di Hayter, ideatore di un metodo di incisione particolare, a colori, che vedremo applicato in alcune delle opere esposte,  ma anche le grafiche dei protagonisti dell'arte della fine degli anni '50 e 60 fra Burri e Lucio Fontana.Ringrazio Luisella per aver scelto anche il nostro Museo, come tappa nel viaggio intrapreso per far conoscere la sua arte, la sua voglia di scatenare emozioni e sensibilità. Fermandosi ad ammirare le sue opere si dimentica la vita frenetica che ci opprime e si torna a sognare'.

 L'esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 19 giugno 2022 secondo gli orari del Museo della Stampa: dal Martedì al Venerdì dalle ore 10,00 alle ore 12,30, Sabato Domenica e Festivi dalle ore 10,00 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18,00; nei giorni feriali è possibile, su prenotazione, la visita anche il pomeriggio dalle 14,30 alle 17,30 telefonando allo 0374 83171 o scrivendo a: info@museostampasoncino.it.

 Con il contributo di Fondazione Credito Bergamasco.

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