Le sale: la visita al Museo
INTRODUZIONE
La visita al Museo della Stampa offre la possibilità di poter osservare gli strumenti e le attrezzature impiegate durante il procedimento della stampa a caratteri mobili, consentendo di ammirare esemplari di macchine da stampa e permettendo, inoltre, la visione di mostre temporanee dedicate all’arte incisoria.
Le sale sono illustrate da chiare e brevi didascalie, arredate con caratteri mobili, lignei e metallici, compositoi ed antiche silografie.. Dei pannelli iconografici presentano la storia della stampa, dei caratteri mobili e dei torchi, rievocando così, lo svolgimento di una giornata lavorativa nelle officine tipografiche nel lontano 1480.
Nella sua piccola realtà, il visitatore può cogliere con un solo colpo d’occhio la varietà del mondo tipografico, attraverso le macchine da stampa, ottocentesche e novecentesche, nonché agli accessori che lo caratterizzano.
SALA 1: “ENTRATA”
L’invenzione della stampa fornì al mondo uno dei primi veicoli di conoscenza e di diffusione della cultura e grazie ad essa fu fattibile ampliare la possibilità di comunicazione e di fruizione del testo. Verso la seconda metà del Quattrocento l’introduzione della stampa segnò una tappa fondamentale nello sviluppo della storia umana e innescò un processo evolutivo la cui influenza fu determinante, non solo culturalmente, ma anche da un punto di vista antropologico e sociale.
Un torchio di ghisa del 1858 dei fratelli Dell’Orto di Monza viene utilizzato per una dimostrazione pratica di stampa da abili mastri stampatori.
SALA 2: LA COMPOSIZONE DEI CARATTERI MANUALE E MECCANICA
La parola prende forma. Christopher Morley scriveva: “….da quando l’uomo imparò a stampare nessuna notte fu completamente buia.” Un’atmosfera antica avvolge questa sala Ecco il compositoio con le casse tipografiche, contenenti i caratteri mobili in metallo, dove il compositore con sapienti e rapidi gesti dava forma alla composizione del testo da stampare. Ed ecco altre casse contenenti caratteri mobili di grandi dimensioni in legno notevolmente più leggeri di quelli in metalli usati per la stampa di manifesti.
Dopo aver composto i testi e verificato la loro esattezza, il tipografo passava alla loro stampa . Ed ecco che la sala delle macchine tipografiche ci mostra le varie fasi operative per produrre testi stampati usando matrici composte di caratteri mobili. Ogni matrice relativa ad una pagina veniva quindi inchiostrata e successivamente stampata con un torchio pressore.
Una curiosità... inizialmente i caratteri venivano stretti da fasce (dal latino in cuna, cioè in culla). Quindi per questo i libri stampati fino alla fine del 1400 si indicano con il termine incunaboli.
Nella sala sono esposti vari torchi funzionanti a pedale (le pedaline) o elettricamente (le piano cilindriche) a corollario di queste importanti macchine una serie di torchietti ne fanno da corollario.
Nel 1887 l’americano Tolbert Lanston brevettava la monotype, una macchina compositrice automatica, e così denominata perché fonde automaticamente i caratteri tipografici isolati, l’un dopo l’altro, come nella composizione a mano.
SALA 3: POLIFUNZIONALE E DEL TERRITORIO
SONCINO, UNO DEI BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA
Soncino è un borgo tranquillo e facilmente raggiungibile, ricco di suggestive testimonianze storiche ed artistiche: l'imponente Rocca Sforzesca, le Chiese e i Palazzi storici che potrete ammirare sono tesori da conoscere e scoprire. Nella sala un breve video presenta le principali attrazioni artistiche e storiche.
Soncino, uno dei Borghi più belli d’Italia, offre notevoli spunti per vari itinerari di visita che propongono numerose occasioni d'approfondimento culturale. Pro Loco Soncino APS propone anche escursioni turistico culturali.
L’invenzione della stampa fornì al mondo uno dei primi veicoli di conoscenza e di diffusione della cultura e grazie ad essa fu fattibile ampliare la possibilità di comunicazione e di fruizione del testo. Verso la seconda metà del Quattrocento l’introduzione della stampa segnò una tappa fondamentale nello sviluppo della storia umana e innescò un processo evolutivo la cui influenza fu determinante, non solo culturalmente, ma anche da un punto di vista antropologico e sociale.
E’ con il fiorire dei primi giornali che il mercato cominciò a richiedere una maggior automazione nella composizione e una maggior velocità di stampa, la “Linotype” una macchina a tastiera, un tedesco, Ottmar Mergenthaler, nel 1876 progettò una macchina compositrice capace di “fondere i pensieri in piombo” e “in musica” per la sua singolare forma richiamante un organo, era nato l’organo della tipografia, la “linotype”, Una macchina per la composizione automatica di caratteri tipografici e la loro simultanea fusione in un unico blocchetto di piombo corrispondente a una riga. Il grande inventore Thomas Edison chiamò la linotype l’ottava meraviglia del mondo.
PRIMO PIANO
SALA 4 CAZZANIGA: LA PRODUZIONE DEI SONCINO - Gli stampatori ebrei “Soncino”
La storia della stampa si intreccia con il borgo di Soncino e con le vicende di una famiglia di ebrei provenienti da Spira, città tedesca situata vicino a Magonza. A causa delle numerose persecuzioni anti-ebraiche, la famiglia del medico-rabbino Israel Nathan fu costretta ad allontanarsi da Spira giungendo così a Soncino ove, sotto il benestare dei duchi di Milano, si insediò (1441) svolgendo inizialmente un’attività feneratizia, successivamente si dedicò all’attività di stampatore. Impiantando a Soncino una tipografia ebraica. Nel 1488 fu stampata la prima Bibbia completa di segni vocalici in ebraico. In una marca tipografica si legge: ...Da Sion uscirà la legge e la parola del Signore da Soncino...
La sala raccoglie opere stampate dai Soncino in originale e copie anastatiche.
Sono presenti inoltre la copia di un torchio ligneo di fine 1400 (l’originale è nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze), un torchio in ghisa modello “Stanhope” prodotto dalla ditta Amos Dell’Orto di Monza nel 1861 cassettiere con caratteri ebraici e oggettistica religiosa ebraica.
Recentemente è stato aggiunto un “Totem multimediale interattivo” con cui è possibile esaminare gli originali delle produzioni dei “Soncino”.
SALA 5: LA CALCOGRAFIA
Le tecniche dell’incisione su metallo, che vengono raggruppate sotto la definizione di calcografia si dividono in incisioni dirette o manuali e incisioni indirette. In ordine storico cronologico: il bulino, la puntasecca, l’acquaforte, la maniera nera, l’acquatinta e la ceramolle.
Anticamente il metallo utilizzato per tali incisioni era prevalentemente il rame. Oggi il metallo più usato è lo zinco. Le tecniche calcografiche utilizzano il sistema della stampa in cavo. Ciò significa che sono le parti incise (incavate) a ricevere l’inchiostro, determinando l’immagine sulla carta dopo l’operazione di stampa, al contrario di quanto avviene nella xilografia (stampa in rilievo), nella quale sono le zone in superficie a ricevere e trasferire l’inchiostro sul foglio di carta. Nelle teche della sala si possono osservare le diverse tecniche calcografiche.
Nella sala sono esposti dei piccoli torchi calcografici ancor oggi utilizzati da artisti per stampare le loro opere. Alle pareti si possono ammirare le loro realizzazioni.
SALA 6: LA LITOGRAFIA
La litografia è una tecnica di produzione meccanica delle immagini. Il procedimento venne inventato nel 1796 dal tedesco Alois Senefelder utilizzando una pietra delle cave di Solnhofen, cittadina nelle vicinanze di Monaco di Baviera..
Il principio è estremamente semplice: un particolare tipo di pietra, opportunamente levigata e disegnata con una matita grassa viene poi inumidita con una soluzione liquida. La pietra ha la peculiarità di trattenere nelle parti non disegnate un sottile velo d’acqua, che il segno grasso invece respinge.
L’inchiostro steso con un rullo sulla pietra così trattata, è respinto dalle parti precedentemente inumidite e trattenuto dalle parti grasse.. Nella sala della litografia si possono ammirare varie matrici di pietre litografiche e fa bella mostra di se un anche un torchio litografico a stella in legno, costruito nell’800 dalla ditta “Bollito e Torchio” di Torino con contrappesi, per lo scorrimento del piano di stampa.