Giornata della Memoria 2023
Da Venerdì 27 Gennaio a Domenica 12 Febbraio
2023, Ex Filanda Meroni ' Soncino (CR)
Programma incontri e iniziative
Prof. Stefano
Levi Della Torre
'Quando la giustizia è fuorilegge:
memoria delle vittime e dei carnefici".
Giuseppe Cavalli
'Eichmann un uomo qualunque'
Venerdì
27 Gennaio 2023
ore 10,30 Orzinuovi, Auditorium I.I.S.
G.Cossali
Ore 21,00
Soncino, Sala Convegni ex Filanda Meroni
diretta Facebook@museoStampaSoncino
Sabato
28 Gennaio 2023
Ore 10,00 Soncino, Sala Convegni ex Filanda Meroni
riservato agli studenti dell' I.C. Giovanni XXIII.
Ore 12,00 Sala mostre ex Filanda
Meroni
Inaugurazione
della mostra:
'Eichmann un uomo qualunque'
Rimarrà aperta fino al 12 febbraio Sabato e Domenica 10-12,30 e 14,30-17,00
Giorni feriali su prenotazione al nr. 0374 83171
L'esposizione è stata
curata da Giuseppe Cavalli
e presenta pannelli con foto e documentazione
che percorre la storia di quegli anni terribili: i motivi che hanno
scatenato la II Guerra Mondiale, la presa del potere di Hitler e il documento
di Wansee, dove veniva decisa e programmata la 'Soluzione finale al problema
Ebraico'.
Spazio sarà dato al ruolo avuto da Adolf Eichmann e dal suo superiore Reynard
Heyndrich, la sconfitta della Germania Nazista, i campi di concentramento, il
processo di Norimberga, la fuga di Eichmann e la sua cattura in Argentina, il
processo e la condanna a morte.
L'ultimo pannello sarà dedicato ad Hannah Arendt che aveva seguito e redatto i
più completi e significativi resoconti delle fasi del processo, pubblicati sul
New Yorker e poi raccolti nel libro 'La
Banalità del male'.
Domenica 29 Gennaio 2023
Ore
21,00 Soncino, Sala Convegni ex Filanda Meroni
La Compagnia Caraval Spettacoli di Soncino presenta:
'La
banalità del male'
tratto dal saggio di Hannah Arendt
Prof.Stefano
Levi della Torre
Nell'ultima
pagina de I sommersi e i salvati,
Primo Levi fa un'affermazione che ci sorprende e ci spiazza. Parlando degli
operatori del Lager, Primo Levi arriva a mettere tra virgolette la definizione
di 'aguzzini' perché lo ritiene 'improprio' (sic, p. 166): nei campi di
sterminio, dice, tra i i tedeschi i sadici erano una presenza trascurabile:
Ciò che
nei Lager è accaduto fa pensare a individui distorti, nati male, sadici,
affetti da un vizio d'origine. Invece erano fatti della nostra stessa stoffa, erano
esseri umani medi, mediamente intelligenti, mediamente malvagi: salvo eccezioni
non erano mostri, avevano lo stesso nostro viso, ma erano stati educati male.
(p. 166-167).
Che
cosa ci saremmo aspettati? Che quell'atrocità organizzata su vasta scala e
senza limiti non potesse venir condotta se non da esseri 'disumani'. Questa era
la nostra aspettativa 'logica'. Un'aspettativa in un certo senso rassicurante:
gente normale come noi non arriverebbe mai a fare simili cose; solo dei sadici
patologici potrebbero spingersi a tanto, giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Questo ci viene in mente, ed è un nostro meccanismo di riparo dall'orrore:
spontaneamente cerchiamo un sollievo dall'angoscia pensando 'logicamente' che,
nel suo complesso, il personale del Lager fosse di una specie animale diversa
da noi. Invece il Reich hitleriano e il sistema dei Lager erano la gigantesca e
mostruosa organizzazione della normalità umana, la mobilitazione ideologica
verso obiettivi mostruosi della banalità che è in ognuno di noi.
L'affermazione
di Primo Levi sulla normalità dei funzionari del Lager ('erano fatti della
nostra stessa stoffa; avevano lo stesso nostro viso') non diminuisce l'orrore;
al contrario lo aumenta, perché ci dice come la normalità, la nostra stessa
normalità, possa trovare mille giustificazioni private che la rendano
disponibile a far funzionare, ciascuno per la sua parte, un colossale sistema
di distruzione dell'uomo (e dell'ambiente, aggiungeremmo oggi). Ora,
consideriamo che quando viene avanti l'idea che la nostra vita o la nostra
sicurezza possa valere mille volte la vita e la sicurezza degli altri; o quando
in nome di una superiorità morale, civile o religiosa ci si abbandona ad atti
che contraddicono e smentiscono proprio i principi di cui ci si vanta; o quando nella
concorrenza per le risorse del pianeta si decide che alcuni gruppi umani hanno
diritto alla libertà e al benessere e si
condannano altri alla fame, alla schiavitù e alla morte; allora Auschwitz non
apparirà solo come un gigantesco crimine del passato, ma anche come una oscura
profezia di qualcosa che è sempre possibile, se non in atto.
La memoria di
Auschwitz ci pone due domande fondamentali, l'una che guarda alle vittime,
l'altra agli esecutori. La prima è questa: per quali circostanze storiche e
politiche che non avremo saputo arginare, e per quale isolamento
nell'indifferenza altrui, potremmo diventare vittime di persecuzione e di
strage? La seconda domanda è questa: per quali circostanze storiche e politiche
a cui non avessimo saputo o voluto trovare alternative, potremmo diventare
carnefici, o collaboratori, attivi o passivi, dei carnefici? Che cosa ci può accomunare oggi, se non ai
carnefici diretti, al conformismo consenziente o anche solo prudente, o
indifferente al destino altrui, o al non voler sapere per evitare
responsabilità o inquietudine, a tutti quegli atteggiamenti, insomma,
individuali e sociali, che hanno permesso che Auschwitz avvenisse? O che una
grave negazione d'altri, anche meno estrema di Auschwitz, possa prodursi? Al di
là della indignazione e memoria per le atrocità di massa, del necessario
ricordo delle vittime, la domanda che si pone per la nostra attualità è questa: che ne è della
nostra normalità, dove può portare o essere portata? Come è successo che nella
nazione di più alta cultura e scienza grandi masse siano state 'educate male',
educate cioè al conformismo di regime, al risentimento, al nazionalismo, al
vittimismo istigato alla rivalsa sul mondo, al narcisismo di 'razza', a tal
punto da generare un unicum
eccezionale e mostruoso? Queste sono le
domande al centro della nostra memoria.
Giuseppe Cavalli racconterà brevemente i motivi che hanno scatenato la II Guerra Mondiale, la presa del potere di Hitler, la 'Soluzione finale del problema Ebraico', la fine della guerra, il processo di Norimberga, la fuga dei criminali Nazisti, fra cui Eichmann, la sua cattura, il processo e la condanna a morte.
Tutte le iniziative sono promosse dall' Associazione Pro
loco Museo della Stampa di Soncino,
Il Giorno della Memoria rappresenta, per tutte le comunità, un'opportunità di
incontro e una significativa esperienza educativa. Un giorno che deve essere
una presa di coscienza di ciò che l'uomo è stato capace di compiere e questo
nella consapevolezza che dobbiamo fare tutto il possibile affinché non accada
mai più.
Museo della Stampa
Centro
Studi Stampatori Ebrei Soncino