Nel 1961 Piero Manzoni (1933-1963) realizza 90 scatolette di Merda
d'artista; dopo più di sessant'anni possiamo dire che Merda d'artista
è una delle opere più famose e al tempo stesso meno comprese della storia
dell'arte. Appena presentata, per la sua natura diviene bersaglio di polemiche
al punto di essere oggetto nel 1971 di un paradossale dibattito al parlamento
italiano; in seguito è citata in canzoni pop,
nei programmi tv e nel discorso comune, ma anche imitata da artisti di tutto il
mondo. Quasi sempre è elevata a esemplificazione dell'inconsistenza dell'arte
contemporanea. Al contrario quest'opera, nella sua genesi e nelle sue dichiarate
intenzioni, racchiude molteplici e sottili significati artistici e culturali,
alcuni di essi, inaspettatamente, molto più 'classici' di quel che si potrebbe
pensare, a cominciare dal prezzo di vendita, fissato nel peso equivalente,
trenta grammi, dell'oro zecchino.
Per iniziare le celebrazioni soncinesi dei sessant'anni dalla morte e
novanta dalla nascita, la Fondazione Piero Manzoni assieme alla Pro Loco
Soncino ha organizzato due appuntamenti: una conversazione con i quattro autori
del libro in quattro lingue: Merda d'artista, Künstlerscheisse, Merde
d'artiste, Artist's shit (Carlo Cambi Editore, 2021), i quali
racconteranno storie e leggende sulla famigerata scatoletta, oltre a fornire
interessanti spunti interpretativi. Inoltre una piccola mostra al Museo della
Stampa, oltre a presentare 'dal vivo' uno dei 90 multipli, raccoglierà
documentazione bibliografica sull'opera, assieme ad alcune immagini, per lo più
inedite, dell'artista proprio a Soncino.